lunedì 28 ottobre 2013

Hestia

Antonia Calabrese 
Hestia  (2013)
Pittura material figurativa, polimaterico cm. 50 x 70 


Corrispondente della romana Vesta, Hestia o Estia, era nella mitologia Greca la Dea della casa e del focolare, specificamente del fuoco che arde su un focolare circolare. Era la primogenita di Rea e di Crono, pertanto sorella maggiore degli Dei supremi dell'Olimpo di prima generazione, e "zia" vergine e nubile di quelli della seconda. Per diritto di nascita era una delle dodici maggiori divinità dell'Olimpo ed era tenuta in grande onore e considerazione al punto che le venivano dedicate le prime e migliori offerte presentate dai mortali. È la meno nota fra le divinità dell'Olimpo perché  come Vesta, fu di rado rappresentata in sembianze umane. La sua benefica presenza era rappresentata ed avvertita nella fiamma viva e sacra posta al centro della casa, del tempio e della città. Suo simbolo era considerato il cerchio così, i primi focolari a lei dedicati erano circolari e così pure la pianta dei suoi templi. Il fuoco sacro di Hestia consacrava le abitazioni e i templi e né le une né gli altri erano consacrati fino a quando Ella non vi avesse fatto ingresso con la sua presenza, rappresentata dal fuoco. Quando una coppia si sposava, la madre della sposa accendeva una torcia sul proprio focolare domestico e la portava agli sposi, nella loro nuova casa perché accendessero il loro nuovo focolare. Ogni città-stato della Grecia possedeva nell'edificio principale un focolare comune sul quale ardeva il fuoco sacro; ogni nuova comunità trasportava una fiaccola accesa dalla città di origine per consacrare la città nuova e stabilire in essa il sacro fuoco di Hestia. Era spesso accomunata ad Ermes, il Messaggero degli Dei, corrispettivo del romano Mercurio, effigiato in una pietra in forma di colonna detta "erma": nelle case e nei templi, il focolare rotondo di Hestia era posto all'interno, mentre il pilastro fallico di Ermes sulla soglia, in maniera che il fuoco desse luce e calore santificando la dimora e l'erma tenesse lontano il male e apportasse buona fortuna. 

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