lunedì 6 settembre 2010

Vesta con vestali

Antonia Calabrese 
Vesta con vestali (2009)
 tempera e acrilico a gouache su cartone telato cm. 40×50 

Nella mitologia romana, Vesta è figlia di Saturno, Dio della rigenerazione, il quale ha insegnato agli uomini la tecnica dell'agricoltura, e di Opi, personificazione della terra e dispensatrice dell'abbondanza agraria.
E’ sorella, perciò, di Giove, Nettuno, Plutone, Cerere e Giunone e corrisponde alla divinità greca Estia. Il culto di Vesta, assunse a Roma grande rilievo ed Ella era considerata la Dea del focolare domestico, pertanto, era privatamente venerata in ogni casa. Esisteva anche un suo culto pubblico che consisteva massimamente nel mantenere acceso il fuoco sacro nel tempio cittadino. Il tempio simboleggiava la sicurezza della città e vi si alternavano sei vergini, le vestali, sacerdotesse che mantenevano il fuoco acceso e prestavano i loro servigi per periodi di trent'anni secondo regole severe. Esse avevano la sacra incombenza di fare sì che il fuoco sacro alla dea, non si spegnesse mai. A Roma, il luogo pubblico più importante dedicato al culto di Vesta, fu il tempio circolare nel Foro Romano, dove, si diceva, il suo fuoco era stato condotto da Troia ad opera di Enea, il leggendario capostipite dei Romani. Nel Tempio, il fuoco veniva rinnovato ogni anno il primo marzo, giorno del capodanno romano e ogni anno, intorno alla metà del mese di giugno, si teneva una festa in onore di Vesta, i Vestalia. La Dea veniva solitamente raffigurata con le fiamme del suo fuoco sacro. La dea greca della casa, Estia, o Hestia, Dea vergine del focolare, perché aveva fatto voto di castità e figlia maggiore di Crono, corrispettivo del romano Saturno, e di Rea, era preposta ai fuochi sacrificali e le si rivolgevano preghiere prima e dopo i pasti. Sebbene compaia in pochissimi miti, la maggior parte delle città aveva un focolare comune dove ardeva il fuoco sacro. Nell'edificio principale delle città, in un grande braciere comune, il pritaneo, il fuoco sacro di Estia, non veniva lasciato spegnersi mai. Simbolo della Dea è il cerchio e la sua presenza è nella fiamma viva del focolare domestico posto al centro dell’abitazione e nel braciere circolare posto nel tempio di ogni divinità. E’stata a volte raffigurata insieme ad Ermes, o effigiata in un erma in quanto, Ermes protegge dal male e propizia la buona sorte, ed Estia santifica la casa.

...Inaccessa agli Dei splende una fiamma
solitaria nell'ultimo de' cieli,
per proprio foco eterna; unico Nume
la veneranda Deità di Vesta
vi s'appressa, e deriva indi una pura
luce che, mista allo splendor del sole,
tinge gli aerei campi di zaffiro,
e i mari, allor che ondeggiano al tranquillo
spirto del vento facili a' nocchieri,
e di chiaror dolcissimo consola
con quel lume le notti, e a qual più s'apre
modesto fiore a decorar la terra
molli tinte comparte, invidïate
dalla rosa superba...
(Ugo Foscolo - Le Grazie - Inno secondo)

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