COPERTINA

Autrice: Antonia Calabrese
Titolo dell’opera: Apollo Coelispex
Tecnica: tempera e acrilico a gouache su tela
Anno di creazione: 2010 - Misure: cm. 40×50
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IL CULTO DEL SOLE NELLA RELIGIONE ROMANA 

Nell'antica religione romana si praticava un culto di Sol Indiges, il Sole indigeno, onorato con le più remote cerimonie commemorative del Calendario romano come narrato, per esempio, nei Fasti Ostiensi. Il culto di Sol Indiges, posto in relazione all'idea di un Sole “Patrius”, progenitore, è probabilmente di derivazione sabina e mostra dei nessi coi culti di Lavinio.
A Sol Indiges era consacrata una pratica devozionale che si svolgeva il giorno 11 Dicembre, data in cui si tenevano gli Agonalia Indigetis
Forse tale culto era celebrato nei pressi del Colle Sabino del Quirinale.
Sempre al periodo arcaico di Roma risale la intitolazione di altri due siti al culto del Sole: il primo, denominato da Tacito "Vetus Aedes apud Circum", cioè “il vecchio tempio presso il circo”, dove si celebrava  una festa il 28 Agosto; il secondo, citato da Quintiliano e sorto "Iuxta aedem Quirini", cioè “presso il tempio di Quirino” dove la ricorrenza era solennizzata il giorno 8 oppure 9 di Agosto.
Nell’antica Roma la liturgia che celebrava Giano fu associata alla divinità solare in quanto la divinità bifronte degli Italici era assimilata al Sole nel suo ciclo giornaliero e nelle sue fasi annuali e, quindi, con l'Anno e con il Cielo e le si attribuiva potere sul Tempo e sul Destino.
In quanto divinità solare, Giano aveva il controllo delle porte del cielo. 
Al suo nome era sotteso il significato di Ianitor o custode delle porte (, cioè, porta) ed esercitava la sua influenza su ogni passaggio o inizio. 
Porte del cielo che il Sole apre all'alba e chiude al tramonto, così come all'inizio e alla fine dell'anno solare e di cui Giano era considerato il custode. 
Nel percorso giornaliero, attraverso la porta dell'Oriente, il Sole entra per dare inizio al giorno e da quella di Occidente esce al tramonto.
Nel cammino annuale del Sole, Giano, dunque, apre e chiude le porte dei due solstizi che danno inizio ai due percorsi, quello ascendente e quello discendente del ciclo annuale. 
Secondo alcuni storici fu il re Numa Pompilio a istituire una delle prime feste delle "Agonalia" in onore di Giano, celebrata il 9 Gennaio.
Col tempo a Roma il culto del Sole, per via dell'interscambio con le altre culture del mediterraneo (specie quella greca e quella delle colonie della Magna Grecia), fu compenetrato dai culti di Helios e di Apollo. Il culto di Helios fu accomunato a quello del Sol Indiges e ambedue si fusero sempre più in quello di Apollo.
Giulio Cesare incoraggiò il culto di Elio (Helios) facendo dislocare a Roma, dall'Egitto, sia gli obelischi di Heliopolis che quelli di altre città egizie assieme ai suoi sacerdoti. 
Risale al 431 a.C. la dedicazione di un tempio ad Apollo Sosiano a seguito di una pestilenza.
Nel corso della seconda guerra punica furono istituiti i "Ludi Apollinares".
Durante la prima fase dell’età imperiale il culto di Apollo fu altrettanto sostenuto da Augusto e dopo la battaglia di Azio (2 settembre 31 a.C.) l'imperatore fece innovare e ampliare l'antico tempio di Apollo Sosiano e costruire un tempio sul Palatino.
A partire dalla fine della Repubblica, a Roma i divini attributi del Sole divennero metafora del potere politico e come era già avvenuto per Alessandro in epoca ellenistica, Marco Antonio legò la propria figura a quella del Sole effigiandolo su alcune monete quale simbolo di regalità, divinità e deificazione.
Sulle monete coniate dopo la sua morte, Augusto fu talvolta rappresentato con corona radiata, simbolo del Sole. 
Fu Nerone il primo ad accomunare la sua figura a quella del Sole e a equiparare se stesso ad un dio. 
In seguito la corona radiata compare frequentemente associata alla figura dell'imperatore. 
Sebbene siano state poste in circolazione monete effigianti il Sole almeno fin dall’epoca di Caracalla, fu solo dal tempo di Eliogabalo che il credo religioso nel Sole non fu più solo una vaga devozione verso l'elemento solare o un antico culto autoctono ma si circostanziò nel culto del Sol Invictus o Sole Invincibile
Tale culto, tuttavia, era già penetrato a Roma fin dal II secolo insieme a un gran numero di altri culti orientati. 
Con il termine di Sol Invictus si specifica la divinità solare in cui erano confluite diverse divinità orientali tra le quali il dio Mitra, di origine iranica, la divinità di Palmira, Yarhibol e l'antica divinità babilonese, Bel, appellata con l'epiteto di Sol Sanctissimus, Sole Santissimo.
Diversamente dal precedente culto agreste del Sol Indiges  il titolo di "Deus Sol Invictus" fu coniato per analogia con la titolatura imperiale di Pius, Felix, Invictus, cioè, Devoto, Fortunato, Invitto.
Eliogabalo tentò di imporre a Roma il culto di Elagabalus Sol Invictus, il Dio - Bolide solare adorato nella sua città natia, Emesa, in Siria, e gli fece edificare un tempio sul Colle Palatino. 
Dopo la morte di Eliogabalo, molti imperatori seguitarono a farsi effigiare sulle monete con la corona radiata per quasi un altro secolo. 
Aureliano, per parte sua, non solo appoggiò la diffusione a Roma del culto del Sol Invictus ma volle proporlo come culto di stato, come già aveva fatto Eliogabalo.
Mitra, insieme ad Elagabal, fu la divinità che per via del sincretismo religioso romano fu maggiormente identificata con Sol Invictus. Il Mitraismo, erede dello Zoroastrismo, fu antichissima religione persiana che a Roma prese un suo carattere speciale, misterico e soteriologico.
Mitra, che discendeva dall'antica divinità solare zoroastriana Aura Mazda, possedeva natura duplice essendo contemporaneamente manifestazione e incarnazione stessa del dio. 
Era invocato come il Salvatore che sacrificando il Toro cosmico, incarnazione del male, libera l'umanità intera. Il suo culto accolse numerosi seguaci di qualunque livello sociale e molti Mitrei in cui veniva celebrato sorgevano in tutte le più importanti località dell'Impero. 
Le affinità di Mitra con il Messia cristiano sono moltissime ed evidenti: l'apologista cristiano Tertulliano riferisce che gli stessi cristiani adoravano il Sole.
Anche l'imperatore Costantino avrebbe adorato il Santissimo Sole in qualità di Pontifex Maximus dei romani e raffigurò il Sol Invictus sulla sua monetazione ufficiale con l'iscrizione "Soli Invicto Comiti",  "Al compagno Sole Invitto" definendo così il Signore Dio “compagno dell’imperatore”. 

Salve Magnifico Sole, Dio Misterioso

e Misericordioso, Padre mio Santissimo

e Onnipotente, sii accresciuto!

O Sole nativo, invocato, invitto,

Creatore e conservatore,

Rigeneratore del mondo!

Invincibile, instancabile, Munifico Motore

dell’universo, Anima del mondo, Fonte

d’ogni bene, ti saluto!

Tu che tutto puoi, concedimi,

ti scongiuro, di buona voglia anche

quest’oggi, soccorso provvidenziale

e sostienimi nell’avversa fortuna,

donandomi pace e riposo da ogni

affanno e tribolazione!

Gloria, Santissimo Sole, saluto

il tuo avvento, Signore!

Ottenebramento, nebbiosità

e caligine, fuggite!

Entri la Luce del Dio Santissimo

nella mia vita: che il Sole di giustizia

misericordioso e imparziale trasfiguri

l'universo in attesa!

Con pura gioia e con lieta esultanza

accolgo il Signore!

L'aurora pervade il cielo di luce chiara

e festosa e riveste la terra

d’ammirato stupore!

L’alba nuova che fuga ogni ansietà

e scioglie il timore riaccende

la speranza di un giorno migliore!

Al sorger della luce, ascolta o Padre,

l’umile pregare: regalami mite linguaggio

senza fremiti d’odio, di ira, di orgoglio,

di rancore o di timore!

Elargiscimi una schietta e pacifica

propensione all’amore!

Donami uno sguardo puro capace

di vincere l’oscurità del fascino indefinibile

del male e di scoprirne l’inganno!

Dammi un cuore puro e forte, religioso,

fervente e giudizioso!

Salvatore dei bisognosi, Dio Misterioso

e Misericordioso fa che la gloria

del tuo volto splenda oggi

su un mondo nuovo e migliore!

Ti ringrazio per i tuoi cospicui beni

e t’imploro, per la tua infinita

compassione, d’essermi propizio

e di guidarmi incessantemente

nel difficile cammino della vita.

Così voglio e così è!