domenica 18 agosto 2019

Spes - Fanciulla in fiore



Antonia Calabrese
Spes, fanciulla in fiore
scultura
2012
 Nella religione romana, Spes era la dea della speranza, personificazione della fiduciosa attesa di lieti eventi. Era raffigurata come una giovinetta in piedi che reggeva un fiore in mano. Nella mitologia greca corrisponde ad Elpis ed è definita l’ultima dea, Spes Ultima Dea,  per significare che la speranza è l'ultima a morire. Nella narrazione del mito del Vaso di Pandora, infatti, è l’unica prerogativa che rimane ai mortali: quando tutti i mali contenuti nel vaso si diffusero nel modo a causa della sua apertura, Zeus affidò ad Elpis il compito di offrire sollievo e rimedio all'umanità. A Spes, la Speranza, fu dedicato in Roma un tempio nel Foro Olitorio e, una festa il primo giorno del mese di agosto, detta del Templum Spei. Si ha notizia che questa divinità fosse onorata già da antichissimo tempo ma il suo culto venne in auge specialmente in epoca imperiale. Ai tempi dell’Impero, il culto di Spes assunse valore politico e ella rappresentò, metaforicamente, la confidente attesa di una successione imperiale. Claudio ne volle effigiare le monete come buon auspicio in occasione della nascita del figlio Britannico, cosicché la Dea assunse gli epiteti di Augusta, Augusti, Augustorum e successivamente di publica o p(opuli)R(omani), a cui si aggiunsero, al tempo dei Severi, gli attributi di perpetua e firma. Antonino Pio volle che la raffigurazione iconografica di Spes effigiasse, nelle forme di una giovane donna che incede, sollevando l’orlo della veste, con un bocciolo nella mano destra, la sua defunta moglie Faustina, a simboleggiare l’azione positiva da lei svolta, anche dopo il suo trapasso, in favore del popolo che aveva sperato in lei.

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