domenica 3 giugno 2012

Mercurio

Antonia Calabrese 
Mercurio (2009)
acquerello su cartone cm 35,5×55 

Nella religione Romana, Mercurio era corrispettivo del dio Ermes della mitologia greca, il Messaggero degli Dei e in particolare, di suo padre Zeus. Sua madre, Maia, era figlia del titano Atlante. Secondo il mito, Ermes – Mercurio, portava i calzari alati, un cappello a falda larga ed una verga d'oro, magica, il caduceo, adornata di due serpenti intrecciati e due ali. Venne rappresentato nell'arte greca più antica, come un uomo barbuto e maturo e, nel periodo classico, come un giovane atletico, nudo ed imberbe. 
Nella mitologia romana, Mercurio, per la sua velocità, rappresenta i ladri ma è anche il Dio dei mercanti, dei commercianti, dell’introito nei traffici e negli scambi, nonché il custode delle mandrie; e ancora, è Dio dell'eloquenza e degli atleti. Proteggeva i ginnasi e gli stadi e lo si riteneva responsabile sia della fortuna che della ricchezza. Il suo nome latino deriva probabilmente dal termine "merx" o "mercator", che significa, appunto, "mercante".
Dio protettore dei viaggi e dei viaggiatori, della comunicazione, dell'inganno, dei ladri, dei truffatori, dei bugiardi, delle essenze e sostanze e, della divinazione, Ermes conduce le anime dei morti nel mondo sotterraneo, Ermes Psicopompo, e possiede poteri sul sonno e sui sogni. Malgrado le sue virtù, l’Ermes greco era anche considerato un nemico pericoloso, un truffatore ed un … ladro, perché il giorno della sua nascita aveva rubato il bestiame del suo fratello Apollo, facendo camminare all'indietro la mandria sulle proprie orme per cancellarne le tracce; posto a confronto con Apollo, Ermes negò il furto e i due fratelli si riconciliarono quando Ermes gli donò in cambio la lira che aveva creato. 

Talvolta Ermes veniva raffigurato assieme ad Hestia: Egli con la funzione di proteggere dal male e di propiziare la buona sorte ed Hestia con quella di santificare la casa. Nell'antica Grecia, specie in Attica, si usava tratteggiare Ermes su delle colonne quadrangolari alte fra un metro e un metro e mezzo, sormontate da una testa scolpita a tutto tondo, le erme
Il termine "erma", deriva proprio da Ermes. Spesso le erme esibiscono un fallo propiziatorio sbalzato a rilievo. 
A partire dalla fine dell'età arcaica, le erme venivano installate lungo le strade e i crocevia, a protezione dei viandanti e, a delimitazione dei confini delle proprietà. Era diffuso anche l’uso di collocarle davanti alle porte per ottenere la protezione del Dio. L’uso dell’erme fu ripreso anche dai Romani. Soprattutto nel corso della tarda età ellenistica e in epoca romana, a conferma dell’attribuzione ad Ermes della funzione di Psicopompo, si usò ritrarre sull'erma il volto dei trapassati e in ambito italico, si diffuse l’uso del cippo funerario, pietra votiva sormontata dal ritratto del defunto; si tratta di manufatti sia in marmo che in bronzo. L'erma deriva da una delle prime forme arcaiche di rappresentazione delle "dimore" di una divinità, il così detto "betile", che veniva posto a protezione delle vie e delle soglie delle case. Erme sono state utilizzate anche come prime rappresentazioni di Hestia. 

A MERCURIO

Salve Hod, Dio dello Splendore,

Che illumini il nostro cammino

Con la tua saggezza e la tua follia,

Sii benedetto!


O Hod, ti invoco con fede e umiltà,

Chiedendoti la tua grazia e la tua luce,

Che possano guidare la mia vita

E la mia anima verso la verità.


O Mercurio, messaggero degli dei,

Che porti la parola di Giove in terra,

Insegnami l'arte della retorica

E dell'eloquenza, la forza della mente.


Tu che sei l'inventore della lira armoniosa,

Che fai risuonare la musica del cielo,

Fa' che il mio cuore si apra alla bellezza

E alla poesia del mondo che mi circonda.


O Ermes, protettore degli atleti e dei mercanti,

Che regoli i giochi e gli affari degli uomini,

Fa' che io possa affrontare le sfide della vita

Con forza, astuzia e coraggio.


Tu che sei il soccorritore delle anime perdute,

Che guidi i morti verso l'aldilà,

Fa' che la mia anima trovi pace e serenità

Nel tuo regno di luce e di amore.


O Hod, concedimi la tua benedizione,

Che possa vivere la mia vita con saggezza

E rispetto per gli altri, e che possa trovare

La pace e la felicità nella tua presenza.


O Ermes, proteggimi da ogni male

E dalla sventura che può minacciare la mia vita,

Guidami verso la vera conoscenza

E la saggezza che solo tu puoi donare.


Ti offro la fiammella della mia fede

e qual profumo di incenso, la mia semplice orazione

Come segno della mia speranza e del mio amore,

E ti prego di ascoltare la mia preghiera,

Che possa essere esaudita dalla tua misericordia.

(Antonia Calabrese ©)


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