domenica 3 giugno 2012

Piccolo Cupido

Antonia Calabrese 
Piccolo Cupido (2010) 
gouache su tela cm. 29×29

Nella religione Romana, Cupido, da cui “cupere”, cioè “bramare", era ritenuto figlio di Venere, la dea dell'amore profetizzata dai poeti, e di Vulcano, divinità del fuoco. Si riteneva fosse giovane, bello e dispettoso, perché trafiggendo indistintamente con le sue frecce uomini e dei, fa che s’innamorino appassionatamente. E’ stato spesso rappresentato come un bambino alato e nudo, talvolta bendato, armato di arco e frecce.

CUPIDO, MONELLO TESTARDO! 
Cupido, monello testardo! 
m'hai chiesto un riparo per poche ore,
e quanti giorni e notti sei rimasto!
Adesso il padrone in casa mia sei tu!
Sono scacciato dal mio ampio letto;
sto per terra, e di notte mi tormento;
il tuo capriccio attizza fiamma su fiamma nel fuoco,
brucia le scorte d'inverno e arde me misero.
Hai spostato e scompigliato gli oggetti miei,
io cerco, e sono come cieco e smarrito.
Strepiti senza ritegno, e io temo che l'animula
fugga via per sfuggire te, e abbandoni questa capanna.
(Johann Wolfgang Goethe)



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