Antonia Calabrese
Flora 89 (1989)
olio su tela cm. 30 × 60
Collezione privata
Flora era un’antica divinità romana e italica, col tempo
intesa come Dea della primavera, che si riteneva regolasse la fioritura
dei cereali e che presiede alla rinascita primaverile ed in generale a tutto
ciò che sboccia, non soltanto i fiori ma anche, per esempio, la giovinezza, i
nuovi amori, le rinnovate speranze. Era descritta dal carattere spensierato,
disinvolto, estroverso e smaliziato. Forse l’origine di
questa divinità è da ricercarsi nell'etrusca Feronia ma, fu da Ovidio
accomunata alla Ninfa Clori, sposa di Zefiro. A Roma le era dedicato un culto
pubblico presieduto da un Flamine floreale, uno dei dodici flamini minori, ed
era fra le divinità invocate dagli Arvali nelle loro cerimonie. Una festa
dedicata alla Dea, era fissata il 28 aprile e con essa avevano inizio i Florealia che
proseguivano fino al 3 maggio. Si trattava di uno spettacolo floreale dal
carattere inizialmente rurale e popolare che divenne col tempo di tipo erotico
e licenzioso, con l’esibizione di attrici che praticavano una sorta di
spogliarello, la nudatio mimarum.
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