Antonia Calabrese
Vesta con vestali (2009)
tempera e acrilico a gouache su cartone telato cm. 40×50
Nella
mitologia romana, Vesta è figlia di Saturno, Dio della rigenerazione, il quale ha insegnato
agli uomini la tecnica dell'agricoltura, e
di Opi,
personificazione della terra e dispensatrice dell'abbondanza agraria.
E’ sorella, perciò,
di Giove, Nettuno, Plutone, Cerere e Giunone e corrisponde alla divinità greca Estia. Il
culto di Vesta, assunse a Roma grande rilievo ed Ella era considerata la Dea
del focolare domestico, pertanto, era privatamente venerata in ogni casa. Esisteva
anche un suo culto pubblico che consisteva massimamente nel mantenere acceso il
fuoco sacro nel tempio cittadino. Il
tempio simboleggiava la sicurezza della città e vi si alternavano sei vergini,
le vestali, sacerdotesse che mantenevano il fuoco acceso e prestavano i loro
servigi per periodi di trent'anni secondo regole severe. Esse
avevano la sacra incombenza di fare sì che il fuoco sacro alla dea, non si
spegnesse mai. A Roma, il luogo pubblico più importante dedicato al
culto di Vesta, fu il tempio circolare nel Foro Romano, dove, si diceva, il suo
fuoco era stato condotto da Troia ad opera di Enea, il leggendario capostipite
dei Romani. Nel Tempio, il fuoco veniva
rinnovato ogni anno il primo marzo, giorno del capodanno romano e ogni
anno, intorno alla metà del mese di giugno, si teneva una festa in onore di
Vesta, i Vestalia. La Dea veniva solitamente raffigurata con le fiamme del suo
fuoco sacro. La dea greca della casa,
Estia, o Hestia, Dea vergine del focolare, perché aveva fatto voto di castità e
figlia maggiore di Crono, corrispettivo del romano Saturno, e di Rea, era
preposta ai fuochi sacrificali e le si rivolgevano preghiere prima e dopo i
pasti. Sebbene compaia in pochissimi miti, la maggior parte delle città aveva
un focolare comune dove ardeva il fuoco sacro. Nell'edificio principale delle città, in un grande braciere comune, il
pritaneo, il fuoco sacro di Estia, non veniva lasciato spegnersi mai. Simbolo
della Dea è il cerchio e la sua presenza è nella fiamma viva del focolare
domestico posto al centro dell’abitazione e nel braciere circolare posto nel
tempio di ogni divinità. E’stata a volte raffigurata insieme ad Ermes, o
effigiata in un erma in quanto, Ermes protegge dal male e propizia la buona sorte,
ed Estia santifica la casa.
solitaria nell'ultimo de' cieli,
per proprio foco eterna; unico Nume
la veneranda Deità di Vesta
vi s'appressa, e deriva indi una pura
luce che, mista allo splendor del sole,
tinge gli aerei campi di zaffiro,
e i mari, allor che ondeggiano al tranquillo
spirto del vento facili a' nocchieri,
e di chiaror dolcissimo consola
con quel lume le notti, e a qual più s'apre
modesto fiore a decorar la terra
molli tinte comparte, invidïate
dalla rosa superba...
(Ugo Foscolo - Le Grazie - Inno secondo)
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