Antonia Calabrese
Eros assopito (2010)
gouache su tela cm. 40 × 60
Collezione privata
Eros, l’Amore, personifica la passione
dell’amore e non esiste una precisa distinzione fra lui e il concetto che
rappresenta. Nella religione Greca, è Dio dell’amore fisico e del desiderio, il
principio divino che spinge verso qualcosa, o qualcuno, verso un’attrattiva. Ricordato
nelle opere di Esiodo come un Dio eccellente
ed ancestrale almeno quanto la Madre Terra, la dea Gaia, Eros fu identificato dai Romani con Cupido e Amor di cui possiede gli stessi attributi.
Secondo alcune leggende, è stato generato da Gaia, la Terra, e
dal Tartaro, gli Inferi, ma altri antichi miti lo vogliono frutto della passione fra Zeus e Afrodite. Sovente
rappresentato come un fanciullino dalle ali d’angelo che impugna arco e frecce
con le quali colpisce uomini e dei facendoli innamorare perdutamente, sarà
considerato in tempi relativamente recenti figlio di Afrodite ed Ermes.
Secondo Esiodo, invece, è
sposo di Afrodite, Dea dell’amore, della bellezza,
della sensualità e della lussuria. Eros è dotato di poteri infiniti, tanto da poter essere considerato il
più terribile fra gli dei. Esistente da prima che tutte le altre divinità
conosciute divenissero viventi, a causa della sua potenza e della sua inclemenza
è, secondo il profeta, quello di cui temere maggiormente. La sua potenza soprannaturale non risparmia né uomini né bestie
e tanto meno gli dèi maestosi. E’
talmente potente da poter portare alla perdita della ragione e del buonsenso e alla
distruzione o all'autodistruzione più totale. Eros, quali che siano le sue origini,
è sempre descritto come un Dio accentratore e spietato al punto che sembra che
lo stesso Zeus richiese ad Afrodite di ucciderlo. Ma, non trovando in se
stessa il coraggio di sopprimerlo, la Dea decise di tenerlo nascosto e di farlo
crescere nel bosco, insieme agli animali
selvatici. Forse, fu proprio siffatta causa a
generare l’antipatia del Dio nei confronti degli umani e a determinare una
crudeltà di tal genere da dare origine ad una delle più drammatiche storie
d’amore non corrisposto come quella fra Dafne e Apollo. Egli stesso, tuttavia, ad un certo
punto ed in una certa epoca della sua esistenza, s’innamora follemente di una
fanciulla mortale, Psiche (l’anima), tanto da donarle l’immortalità. Inviato da
Afrodite a punire la pretenziosa bellezza di Psiche, facendola innamorare dell’uomo
più brutto e avaro della terra, Eros sbaglia mira e colpisce il proprio piede …
Psiche, dovrà superare prove ardue e spaventose, ma, alla fine, riuscirà
a divenire la felicissima sposa del Dio. Dal loro amore alimentato da irrefrenabile passione, nascerà una figlia,
Voluttà, il Piacere. La vicenda di Amore
e Psiche è narrata nelle Metamorfosi di Lucio Apuleio.
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