domenica 3 giugno 2012

Ritorno di Flora

Antonia Calabrese
Ritorno di Flora (2009)
acquerello su carta cm.33×48 

La Dea Flora veniva celebrata con festeggiamenti che decorrevano dal 28 aprile al 3 maggio di ciascun anno, durante i quali si tenevano in suo onore, per solennizzare convenientemente il rigoglio primaverile della vegetazione e, dunque, la fecondità della natura, i “ludi Florales”, i Floralia. L’inizio della primavera aveva immenso significato ed importanza e ad esso era legato il nome di "Flora". Ancora oggi, il termine “Flora” indica uno dei regni del mondo naturale, quello vegetale, che comprende ogni sorta di piante e di fiori. L’antichissima divinità, fa parte delle dodici della cerchia di Quirino (Dio delle curie, alter ego di Marte, che presiede alla pace e padroneggia la produttività umana), il cui culto fu introdotto a Roma da Tito Tazio come quello di Flora; divinità le quali venivano placate con sacrifici espiatori in casi di particolare difficoltà. Nel 238 a.C. a Flora fu dedicato un tempio sul Quirinale, nel corso dei Floralia. Col tempo, i Floralia evolsero da una rustica semplicità all'allusiva rappresentazione di licenziosi spettacoli aventi per oggetto la sessualità: prostitute assoldate per l’occasione, si esibivano in nudatio mimarum per propiziare al popolo la fertilità della natura, intesa qual femmina, armonizzandola alla sessualità fecondatrice maschile. Ciò esprimeva l’equilibrio della vita umana con i ritmi della natura. A causa del carattere licenzioso che assunsero i festeggiamenti in onore di Flora, i cristiani, nel corso del tempo, serrarono una propaganda violenta e ottusa contro i pagani.
A FLORA
Flora! madre dei fiori, o tu cui sempre
è primavera, o tu che per le genti
immense hai sparso il nuvolo dei semi,
la Terra aiuta! Questa pia saturnia
terra produca in maggior copia i frutti
che già versava dal fecondo grembo.
Nutra di sè quelli che già nutriva,
armenti e greggi, e tornino gli uccelli,
ormai spariti, a liberare i campi,
e per i campi floridi echeggiare
facciano la dolcezza del lor canto.


Alle mammelle opime della Terra
sugga una prole più gagliarda il latte
e insiem col latte la virtù romana;
ed ogni mare solchi ed ogni terra
calchi, anche il cielo navighi, sembrando
candidi stormi di canori cigni.
La tua città non lasciar più che cinta
sia di deserti e verdi acque muggenti
del torvo bue selvaggio che vi guazza.
Riguarda quei villaggi di capanne,
quelle capanne squallide di stoppia,
o Flora! Dunque non distrusse il fuoco
de’ primi dì tutti i tuguri? Dunque
non toccò tutti gli uomini il Diritto
con la sua verga? Guarda: sono schiavi,
sotto le bestie! Rendi a quei meschini,
o Flora, il suo; liberatrice abbraccia
quelli spogliati; e per sè solo, o Flora,
raccolga chi le seminò, le messi,
come allorquando si lasciava a mezzo
solco l’aratro e s’assumeano i fasci.
Rinnova l’arte antica, cingi al capo
l’antico serto e fa che mai non cada
l’inno di gloria che beò l’Italia.
Sian, per i colli, glauchi olivi e verdi
viti, e di spighe rigogliose ondeggi
la valle immensa. E fiacchino la forza
del vento e il nembo struggitor le selve
veglianti a guardia sul cigliar dei monti.
Il Rubicone, ecco, già bianchi ammira
enormi tori. Egli che vede andare
per la campagna tante paia e vede
da dieci bovi tratto un solo aratro,
egli che già non obliò nel sonno
le bronzee file della forte Alauda,
pensa all’imperio, a Cesare, ai trionfi.
Noi non l’imperio, non i cortei lunghi
di quei trionfi a te chiediamo. Un’Ara
abbiamo, e noi, di Pace, eretta, o Flora.
I fiori dà color di sangue ogni anno
(solo nei fiori tu il color di sangue
lodi e nel casto viso di fanciulle:
miele, olio, vino, o Flora, ami; non sangue),
dà le memori foglie dell’acanto
per adornar quest’ara. Alto nel mezzo
noi collocammo in una vampa d’oro
chi la portò; questa concordia augusta.
E quanti ancora col lor sangue, eccelsi
spiriti, questa pace e questa patria
fecero a noi, là stanno. E sono, o Flora,
la messe tua che cade sì, ma sempre
nuova nei lunghi secoli germoglia.
(Giovanni Pascoli)

Nessun commento:

Posta un commento

Se hai domande o ti va di dire la tua lascia un commento e riceverai presto una risposta. Grazie.