venerdì 1 giugno 2012

I Dioscuri


Antonia Calabrese 
I Dioscuri (2010)
gouache su tela cm. 40×60 
Nella religione greca i divini gemelli Castore e Polluce, chiamati anche Tindaridi, da Tindaro, loro padre, re di Sparta e marito di Leda, la loro madre, avevano una doppia paternità come si riteneva anticamente che avvenisse per i gemelli secondo i miti di diverse civiltà. Zeus concesse loro l'immortalità. La paternità dei Dioscuri era attribuita da una parte al Padre celeste Zeus, congiuntosi a Leda sotto forma di un cigno, dall'altra al padre terreno Tindaro. Tale duplicità, fu anche mitizzata nel racconto circa la morte di uno di essi e la proposta di immortalità pervenuta all'altro da parte di Zeus. Noto è che il gemello superstite rifiutò l'immortalità se non avesse potuto condividerla con il fratello, e così, egli ottenne che a giorni alterni, l'uno soggiornasse tra gli dei e l'altro giacesse agli Inferi, a turno. La duplice natura dei Dioscuri, li qualificava idonei mediatori della condizione umana con la vita e la realtà divina superiore, cosicché divennero dei salvatori ai quali ricorrere nelle situazioni più disperate. Il loro culto si diffuse dalla Laconia a tutta la Grecia e in epoca ellenistica le caratteristiche soteriologiche dei Dioscuri assunsero vere e proprie caratteristiche spirituali e mistiche. Anche a Roma, con il nome di Castori, fu accettato il loro culto, ed anzi, esso fu riconosciuto ufficialmente in quanto, come si disse, il loro intervento era stato decisivo nella battaglia del lago Regillo (496 a. C.). Nell'iconografia classica, i Dioscuri furono raffigurati spesso in nudità eroica, con clamide sventolante, pètasos o pìlos sul capo, armati e a cavallo, da soli o nel contesto dei miti della nascita dall'uovo di Leda, della lotta con gli Afaridi, del ratto delle Leucippidi, della partecipazione all'impresa degli Argonauti. Furono effigiati in numerose rappresentazioni monetali a Roma, a Taranto e nel Medio Oriente greco. Sono considerati patroni dell'arte poetica, della danza e della musica e il loro culto, da Sparta  si diffuse in tutta la Magna Grecia, dove furono ritenuti protettori dei naviganti. Secondo il mito, infatti, Poseidone affidò loro il potere di controllare sia il vento che il mare. A Roma fu dedicato ai Càstori un tempio all'interno del Foro Italico, nei pressi del Tempio di Vesta, costruito in loro onore a seguito di un voto promesso loro dal dittatore Aulo Postumio nel corso della battaglia del Lago Regillo. 

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