Antonia Calabrese
Amoretto dell’acqua (2010)
gouache su tela cm. 29×29
L’Amoretto,
figura infantile di Nume, di divinità o anche di Angelo, spesso raffigurante
Eros, Dio dell'amore, è conosciuto anche col nome di "Erote, Cupido oppure
amorino”. Spesso fu raffigurato in
sculture e rilievi greci e nelle pitture di Pompei. In epoca romana l'amoretto
fu utilizzato a scopo decorativo, con rappresentazione di scene di putti
indaffarati in giocose lotte o competizioni agonistiche, riti religiosi o altre
attività. Amoretti sorreggenti ghirlande
furono ad esempio utilizzati per decorare i sarcofagi. Nell'arte paleocristiana,
gli amoretti, o putti, furono utilizzati per raffigurare simbolicamente gli Angeli
e dal Rinascimento in poi, la raffigurazione di Angeli – bambini è spesso
in relazione con la musica. Anche artisti come il Carretto ne
fecero rappresentazioni artistiche e il motivo decorativo fu ripreso nel XVI
secolo sia nei Paesi Bassi che in Germania, durante il periodo manierista e nel
Rinascimento francese. Nell'arte barocca, rappresentazioni di amoretti furono
utilizzate a scopo decorative per fregiare gli altari delle chiese, gli organi,
le cornici in stucco, gli affreschi e le sculture. Nell'iconografia classica,
solitamente gli amoretti non possiedono attributi specifici ma vengono
rappresentati con caratteristiche simboliche a seconda del significato che si
vuole loro attribuire.
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